sabato 29 agosto 2009

SIE43 Chair by Pawel Grunert

 
 

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tramite designerblog di naomi il 23/08/09

SIE43 Chair by Pawel Grunert

Ormai la parola "riciclo" è diventata un must in molti progetti di designer in giro per il mondo, e ogni volta ci si "ingegna" per trovare l'idea più curiosa e anche eco-friendly possibile. In questo caso mi riferisco alla sedia SIE43 progettata dal designer polacco Pawel Grunert, una struttura in acciaio che "ospita" decine di bottiglie di plastica.

Questa seduta ci dà la possibilità di poterci "adagiare" su delle autentiche bottiglie di plastica, e quando ci accorgiamo che qualche bottiglia si "ammacca" possiamo sempre sostituirla con un'altra uguale o differente, a seconda dei nostri gusti estetici.

La cosa curiosa è la forma organica che prende questa sedia una volta che avremo "montato" sopra la struttura tutte le nostre bottiglie. Questo progetto è stato presentato alla mostra Eco Trans Pop alla galleria milanese Colombari, in occasione dell'ultimo Salone del Mobile a Milano.

Via | contemporist

SIE43 Chair by Pawel Grunert

SIE43 Chair by Pawel Grunert SIE43 Chair by Pawel Grunert SIE43 Chair by Pawel Grunert SIE43 Chair by Pawel Grunert


 
 

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mercoledì 8 luglio 2009

Solar Ivy, il pannello fotovoltaico a forma di foglia

 
 

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tramite designerblog di Giulia il 06/07/09

solar ivy pannello solare

Progettato "in famiglia" da Samuel e Teresita Cochran, fratello e sorella a capo della start-up verde S-M-I-T, Solar Ivy (letteralmente, "edera solare") è un pannello fotovoltaico dove ogni modulo è composto da 5 foglie realizzate su una sottilissima pellicola di polietilene.

Grazie al suo peso molto contenuto, Solar Ivy può essere montato anche su una parete verticale, ampliando così la tipologia e l'estensione delle superfici destinabili all'approvvigionamento energetico. Inoltre, la piacevolezza estetica del pannello vuole favorire un'accelerazione nella conversione alle energie rinnovabili da parte dei consumatori finali, che presumibilmente saranno maggiormente propensi ad installare pannelli fotovoltaici più belli per la loro casa.

Il progetto, ancora allo stadio di prototipo, ha già ricevuto un grosso consenso, tanto da essere inserito nel catalogo della celebre esposizione "Design and the Elastic Mind" organizzata nel 2008 da Paola Antonelli al Moma di NY. Per gli ultimi aggiornamenti sulla messa a punto della tecnologia potete consultare la loro pagina dei fan su Facebook.

Via | Inhabitat


 
 

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venerdì 12 giugno 2009

Il ritorno di Eolo, l'auto ad aria

Peccato che una tecnologia cosi pulita debba restare nell'ombra e non abbia l'attenzione dovuta.

 
 

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tramite Il Disinformatico di Paolo Attivissimo il 19/05/09

L'auto ad aria: tre anni dopo, è ancora un trabiccolo che si ghiaccia


Il Corriere è tornato ad occuparsi del caso dell'auto ad aria di Guy Negre: quella che tre anni fa, quando scrissi l'indagine iniziale, si chiamava Eolo ed era oggetto di una teoria di cospirazione. Si diceva che l'avevano fatta sparire i soliti cattivoni del petrolio e delle industrie automobilistiche.

La realtà sembra decisamente più banale: l'auto ad aria non funziona. Si scontra con le leggi della fisica, che sono le stesse anche per un ex progettista di Formula Uno della Renault quale è Negre. L'aria compressa, nell'espandersi per azionare il motore, precipita di temperatura, e sul motore si forma uno spesso strato di ghiaccio.

Questo fatto viene detto nell'articolo del Guardian al quale s'ispira il Corriere, ma il Corriere lo ha omesso, preferendo mostrare un video della nuova versione della creatura di Negre, la "Airpod": un triciclo cabinato ultraleggero, che parrebbe trapassabile da una 2CV e stabile in curva quanto una Reliant Robin (altro che test dell'alce).

Poco importa: il video presentato dal Corriere comunque ridicolizza il veicolo, che riesce soltanto a fare un breve, lento giro nel parcheggio della fabbrica. E questo è quello che abbiamo dopo che già tre anni fa Negre diceva che "il primo lotto pilota uscirà in Francia prima della fine del 2008 e la commercializzazione inizierà all'inizio del 2009".

Sono pronto a cambiare idea, per carità, ma fino a quando non viene mostrato un prototipo funzionante in condizioni realistiche, l'auto ad aria continuerà ad essere un mito che scivola nella bufala. La mia indagine completa e aggiornata, con la storia di questo caso, è qui.

 
 

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sabato 16 maggio 2009

IF: batteria e caricabatteria in un unico prodotto

Chi pensa e crea nel rispetto dell'ambiente merita d'essere sostenuto per un mondo migliore.

 
 

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tramite Architettura e Design di Ivana il 05/05/09

IF Battery

Batteria e caricabatteria tutto in un unico prodotto. E' IF una nuova batteria progettata dai designer Qian Jiang & Yiying Wu. (Qian Jiang l'abbiamo già conosciuto con Soft Phone il cellulare di tessuto)

Il futuro dei nuovi prodotti di design è sicuramente la multifunzionalità e, in questo senso, IF è un prodotto estremamente intelligente.

Queste particolari batterie, infatti, per essere ricaricate non necessitano di nessun caricabatterie. Basta semplicemente ruotare la linguetta verde, estrarre i due elementi metallici ed inserirli in una presa elettrica.

Il sistema ci permetterà così di ricaricare le batterie in qualsiasi posto senza bisogno di portare con noi ingombranti caricabatterie (che puntualmente dimentichiamo a casa!). 

Grazie ad un piccolo OLED posto al lato della batteria, è possibile controllare il livello di carica e recuperare le batterie una volta avvenuta la completa ricarica.

Le batterie IF sono inoltre rivestite con uno strato polimerico isolante per garantire una maggiore sicurezza agli utenti.

Il sistema è intelligente, e sicuramente elimina gli accessori per caricare le batterie, ma di certo bisognerà trovare diverse prese elettriche libere per ricaricare tutte le batterie. In più purtroppo devo aggiungere che per i nostri sistemi elettrici probabilmente il sistema non potrà essere integrato nella batteria considerando che le nostre spine elettriche non hanno le listarelle (vedi le foto) ma sono dotate di cilindretti metallici. Bisognerebbe perciò ricavare degli alloggi per i cilindretti a discapito della batteria. Staremo a vedere l'eventuale versione italiana. Intanto vediamo che ne pensate. Tutte le immagini

 

IF Battery Qijan Yiang Yiying Wu

Foto Yanko Design


 
 

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Seedbomb: una bomba contro la desertificazione



 
 

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tramite Architettura e Design di Ivana il 15/05/09

SeedBomb

La prima arma contro la desertificazione! Seedbomb le bombe del futuro, le uniche capaci di far sbocciare la vita.

Parliamo ancora una volta di progetti sostenibili e di concept interessanti. Il progetto in questione è frutto dei designer Hwang Jin Wook, Jeon È Ho, Han Kuk e Kim Ji Myung.

Un incredibile team che ha unito le proprie forze per delineare un nuovo modo di distribuire gli aiuti diretti alle aree di imminente desertificazione

Un argomento estremamente attuale, purtroppo, che grazie a questo progetto potrebbe trovare una soluzione. Le Seedbomb sono dei dispositivi di semina di piante realizzati con un guscio biodegradabile progettati per essere abbandonati dagli aerei per rallentare la diffusione delle regioni desertiche. Un vero e proprio bombardamento benigno pronto a trasformare un terreno arido e incolto in un'area verde e rigogliosa.

All'interno di ogni bomba (come si vede dalle foto) sono presenti una serie di micro capsule pronte ad essere liberate e rinverdire i terreni deforestati. Una volta raggiunto il suolo, ogni singola capsula contiene tutto ciò di cui ha bisogno per far crescere il seme e fertilizzare il terreno: la plastica si biodegrada e lascia spazio a terriccio concimante e ad altri semi. Spero che, oltre alle capsule, anche la bomba sia realizzata in materiale biodegradabile.

L'idea è apprezzabile, la metafora molto bella e profonda ma probabilmente non è proprio la soluzione che ci si aspetta per un problema così grave. Purtroppo non basta una serie di piantine per risolvere i problemi della desertificazione o contrastare le emissioni di CO2 nell'aria. Ciò nonostante bisogna comunque apprezzare l'idea e il messaggio di sensibilizzazione che questo progetto indubbiamente ha. Sono curiosa di leggere i vostri commenti.

Seed Bomb, bombe di semi

 
 

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sabato 8 marzo 2008

Fotovoltaico da spalmare

Fotovoltaico a film sottile.

Il futuro del made in Italy si sta concentrando sul fotovoltaico ultrasottile, una tecnologia innovativa del solare da "spalmare" sugli edifici e che dovrebbe essere messa in vendita da produttori italiani fra 3-4 anni. Questo uno dei dati emersi dalla due giorni intitolata "Le giornate della micro generazione" sulle fonti rinnovabili organizzato da Camera di Commercio di Milano, E-gazette e Updating, in corso a Roma.

«L'Enea ha costituito una cordata di interesse sulle fonti rinnovabili con almeno 50 imprese - spiega Giorgio Palazzi, direttore dipartimento tecnologie per l'energia, fonti rinnovabili e risparmio energetico dell'Enea - per il bando Industria 2015 del ministero dello Sviluppo economico. La tecnologia su cui punta la maggioranza delle imprese è il nuovo fotovoltaico a film sottili».

L'obiettivo per le aziende, con la nuova tecnologia messa a punto dall'Enea, «è quella di passare da prototipo a prodotto su scala industriale - afferma Palazzi - per inserirlo nel settore civile".
Insomma, dare una tecnologia nel residenziale che sia anche accattivante dal punto di vista estetico - commenta Palazzi - sfruttando la fantasia dei nostri architetti si può creare un made in Italy del fotovoltaico».

Per l'industria italiana è l'occasione di muoversi sul fronte delle rinnovabili: «in questo momento favorevole dal punto di vista della domanda - spiega l'esperto Enea - l'offerta nazionale tecnologica deve adeguarsi, perché oggi non è pronta. In Italia abbiamo gli incentivi più alti d'Europa, circa 175 MWh in media». E visto che sul fotovoltaico tradizionale (quello "piano") si compra tecnologia tedesca, cinese e giapponese e l'eolico è dominato dai danesi, largo a nuovi prodotti.

Fonte: www.lanuovaecologia.it

sabato 19 maggio 2007

Energia dalle onde del mare

È una centrale elettrica galleggiante, ancorata a 100 metri dalla riva, e converte il moto delle onde marine in energia, oltre a produrre acqua potabile. L'impianto detto Wave Energy Generator presso Wollongong, a sud di Sydney, del peso di 485 tonnellate ed un costo pari a tre milioni di euro, è stato progettato e sarà operato dalla compagnia di energia rinnovabile Energetech, che ha appena completato i collaudi. Fra poche settimane l'impianto potrà cominciare a pompare nella rete metropolitana la prima elettricità di fonte marina, imbrigliata dalle onde attraverso un colossale imbuto.

...Opererà anche come desalinizzatore, capace di produrre fino a 2000 litri di acqua potabile al giorno, sufficiente per l'erogazione a più di 470 abitazioni. Il direttore finanziario della Energetech, John Bell, ha detto oggi in una conferenza stampa che la centrale galleggiante é stata ancorata presso il porto di Port Kembla poco prima di Natale, ed ora sono stati definiti con la locale azienda elettrica i collegamenti alla rete di distribuzione.
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